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2014-10-01

PROBLEMI DIGESTIVI... VIA CON LA DIETA "IN BIANCO"... MALNUTRITI, INFELICI ma SGONFI!

Gli alimenti  interferiscono comunque, sia pure con diversa importanza, sugli equilibri funzionali digestivi e sull'integrità anatomica della muscosa. Tuttavia, non è possibile fornire un elenco con l'assurda distinzione: raccomandati e proibiti. Alla base di questa impossibile distinzione, c'è la sorprendete e allo stesso tempo sconfortante, individualità delle risposte digestive tra gli individui, anche se affetti dalla stessa patologia intestinale. I dettagli sulle proprietà digestive dei singoli cibi e sugli abbinamenti o dissociazioni di carboidrati e proteine non hanno basi scientifiche e rientrano soltanto nei vaneggiamenti di pseudoesperti.

Erede della scomparsa "dieta in bianco" è la cosidetta "dieta blanda", definibile come una dieta meccanicamente, chimicamente e termicamente non irritante. Perciò niente cibi coriacei, fibrosi o di difficile masticazione, con decisa preferenza per gli alimenti cotti. Niente cibi e bevande ad alta acidità o ad eccessiva concentrazione (di zuccheri o elettroliti), poco sale, niente spezie o altre sostanze irritanti e, infine, temperatura intermedia, ne troppo calda, ne 

troppo fredda per tutte le pietanze. Tuttavia più ci si occupa seriamente di alimentazione, e meno si crede alle generiche limitazioni della dieta blanda. Infatti, quando una dieta è davvero necessaria, occorre personalizzarla; gli schemi generici servono solo per gli studenti o per i medici che non si interessano sul serio di problemi nutrizionali. Nonostante ciò, molti pazienti pretendono che il medico elenchi chiaramente una lista di "cibi proibiti" e sono disposti ad accettare qualsiasi proibizione nella speranza che tra i cibi vietati vi possa essere il vero responsabile dei fastidi digestivi.

Un altro motivo di sospetto verso le cosidette diete prudenti attuate dai colitici è la facilità con la quale si possono istaurare dei deficit di minerali e vitamine: carenze che inevitabilmente si creano quando la dieta restringe troppo il ventaglio delle scelte e privilegia i cibi cotti. Soprattutto gli anziani, più disponibili a meticolosi dei giovani nell'infliggersi delle autoprivazioni, possono incorrere sia nella malnutrizione calorica, sia nella malnutrizione specifica per una o più vitamine o per uno scarso introito di ferro, di calcio, di zinco o di magnesio o di qualche altro elemento.

Queste carenze derivano dalla monotonia alimentare e dalla progressiva eliminazione di alcuni cibi, dettata inizialmente dal medico o da una rivista salutista, poi inasprita dalla continua valutazione di un presunto rapporto causa-effetto di ciascun alimento.

L'alimentazione, intesa come momento piacevole, ricco di piccole tentazioni gastronomiche (che assicurano la necessaria varietà) svolge un ruolo importante sull'equilibrio  fisico e psichico di chiunque e sarebbe davvero controproducente sacrificare questo dato positivo per una presunta finalità protettiva sulla digestione. Accade spesso che le eccessive preoccupazioni sul ruolo degli alimenti e i pregiudizi finiscano per causare più problemi nutrizionali, sotto forma di qualità di vita e insoddisfazione, di quanti ne può prevenire una dieta troppo monotona e rigorosa. Non dimentichiamoci che tra le abitudini alimentari di una popolazione eccezionalmente longeva della Georgia figurano al primo posto i fagioli, un piatto che premurosamente verrebbe sconsigliato, soprattutto se condito con una salsa ricca di aromi e spezie come il capsico, largamente usato in quelle regioni.

SAPPIAMO ANCORA TROPPO POCO di ciò che migliora o peggiora la digestione o del comportamento ambiguo della decantata fibra, utile o provocatrice rispettivamente nelle fasi croniche remissive o acute di una colite, per condannare indiscriminatamente alla monotonia alimentare chi ha denti e digestione ancora efficienti.

Il piacere della tavola, con le sue piccole evasioni, può soltanto prevenire la malnutrizione, ma anche migliorare la fase psichica che avvia e sovrintende i complessi sincronismi della digestione e che attinge le sue radici più negative nella depressione e nell'ansia.